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L’incontro dei Rais a Isla Cristina in Spagna

Si è svolto tra il 12 e il 19 settembre il XIX Encuentro de Capitanes de Almadraba Arráez y Sotarráez, organizzato dalla Muy Noble Sociedad Amigos del Atún Thunnus thynnus y Amantes del Vino. L’evento è stato ospitato a Isla Cristina, piccolo paese a vocazione marinara della Provincia di Huelva, situato all’estremità occidentale della Costa de la Luz, nella bassa Andalusia, a una decina di chilometri dal Portogallo. Per sette giorni Isla Cristina si è trasformata nella capitale mondiale del tonno rosso e per questo è stata ribattezzata Isla Cristuna.

Un ricco calendario di eventi internazionali a carattere scientifico, artistico e gastronomico ha animato le vie, le piazze, i ristoranti e il Centro de Innovación y Tecnología de la Pesca y Transformación de Productos Pesqueros de Andalucía CT-GARUM (ex- fabbrica Miravent), centro culturale polivalente del paese. Quest’anno la rassegna era dedicata all’Italia che, grazie alla sua storica tradizione di pesca al tonno e alla sua continuità in epoca attuale con le ultime tonnare in funzione, in Sardegna, è stato paese ospite. L’omaggio all’Italia è dichiarato anche nel materiale informativo, a partire dalla locandina che vede protagonista il David di Michelangelo con un tonno rosso inciso sul tricípite, “David e il pesce gigante”, in un gioco di parole che aggiunge un pesce alla lotta tra David e Golia.

Nella giornata di apertura del Festival si è svolto un ronqueo pubblico, vale a dire il taglio tradizionale di un esemplare di tonno rosso, secondo i differenti metodi, quello spagnolo, giapponese e italiano. Nella seconda giornata è stata presentata la mostra “Un bol de atúnes. Doce artistas sin piedad. Intervención sobre doce atunes albinos”: dodici sculture di tonni rossi a grandezza naturale, inizialmente bianchi, sono stati dipinti a tema da altrettanti artisti locali e battezzati con nomi di divinità greche. Inizialmente allestita presso il GARUM, la mostra è stata poi dislocata lungo la via centrale del paese, quella del Municipio. Nella giornata del 16 settembre è stata inaugurata la XV Semana de Alta Gastronomia del Atún, presso il ristorante Casa Rufino, con un pranzo a cura degli chef Gianni Pellerano (U Baraché) e Antonello Pomata (Pomata Bistrot) di Carloforte. A sera, ha avuto luogo il passaggio di testimone del ruolo di Pregonero (banditore). Begoña Flores, giornalista isleña e figlia del noto capitán Ramón Flores, ha ceduto l’incarico ad Antonio Aguilera Nieves, economista e scrittore isleño, che ha letto il suo ispirato e appassionato Pregón Almadrabero a inaugurazione delle giornate tecniche, auspicando la riattivazione di una tonnara a Isla Cristina (a cui non mancano personale, né attrezzatura, né competenze, ma “soltanto” quote di pesca). È seguita un’interessante tavola rotonda dal titolo “Almadraberos isleños. La gente de poniente en las almadrabas de Conil, Barbate, Zahara de los Atunes y Tarifa” con quattro almadraberos/copejadores originari di Isla Cristina, impiegati presso le tonnare gaditane: Joaquín Rodríguez, Juan José Soto, Antonio Lozano e Francisco Fortuna, che hanno raccontato la loro lunga esperienza in tonnara.

Nella mattinanata del 17 settembre, prima del pranzo a cura dello chef Andrea Tumbarello del ristorante Don Giovanni di Madrid, ha avuto luogo una degustazione di musciame, con gara e premiazione. Durante la serata è stato presentato il XIX Encuentro de Capitanes de Almadraba, alla presenza del Presidente dell’Associazione Amigos del Atún José Antonio López Gonzales, del sindaco di Isla Cristina Jenaro Orta e del presidente dell’Accademia Italiana di Cucina di Madrid, Maurizio Di Ubaldo. È quindi intervenuto Antonio Di Natale, biologo marino e segretario della Fondazione Acquario di Genova, già Coordinatore del programma GBYP dell’ICCAT, con una conferenza sulle tonnare italiane. La serata si è conclusa con una proiezione all’aperto del pluripremiato documentario Oro Rojo di Jesús Sotomayor, che attraverso lo sguardo di un almadrabero di Zahara de los Atunes, racconta le fasi di pesca in tonnara, dalla cattura allo Stretto fino allo smercio in Giappone.

Sabato 18, giornata di chiusura, ha visto il fitto susseguirsi di numerose conferenze. In mattinata l’incontro con quattro capitánes che, moderati da Antonio Di Natale, hanno presentato i risultati delle catture, in termini di tonnellate e peso medio, delle campagne di pesca 2021 presso le tonnare atlantiche e mediterranee: José Carmona e Patrocinio Fernández, capitánes dell’almadraba di Tarifa, José Acosta capitán dell’almadraba di Zahara de los Atunes e Luigi Biggio, rais della tonnara di Carloforte; quindi il filologo Juan Manuel Ruiz Acevedo ha offerto un’ampia delucidazione su “La geografía y el lenguaje almadrabero siciliano”, evidenziando le numerose connessioni tra il siciliano e il castigliano riguardo la terminologia tecnica di tonnara. L’archeologo Manuel León Bejar ha quindi fornito un interessante e dettagliato racconto sulle proprietà e gli utilizzi della famosa salsa garum nel suo intervento dal titolo: “Ars culinaria garum, propietades y usos culinarios del garum de Baulo Claudia y Pompeia en época romana”. A chiusura delle giornate José Antonio López Gonzalez ha omaggiato con un affezionato ricordo Gioacchino Cataldo, ultimo rais della tonnara di Favignana. Accanto a lui, sono stati omaggiati altri due famosi capitánes de almadraba recentemente scomparsi: Claudio Columé (di Isla Cristina) e Jacinto Vaello (di Benidorm).

Il Presidente ha quindi ringraziato il Centro Studi sulla Civiltà del Mare e per la Valorizzazione del Golfo e del Parco dell’Asinara per aver omaggiato tutti i membri dell’associazione Amigos del Atún e i partecipanti alle giornate, del libro a cura di Esmeralda Ughi, Ninni Ravazza e Salvatore Rubino, L’ultimo Rais della Tonnara Saline. La Storia di Agostino Diana Pescatore di Stintino (Edes, Sassari, 2011). Ha quindi invitato Ambra Zambernardi, ricercatrice e collaboratrice del Centro Studi e del Museo della Tonnara di Stintino, che ha seguito il Festival in rappresentanza del Museo, a presentare l’attività del MuT e a ricordare la figura di Agostino Diana, ultimo rais della tonnara Saline, cui il libro e il museo stessi sono dedicati. L’intento è stato avviare un dialogo tra le due associazioni, in vista di future collaborazioni intorno ai temi della civilización almadrabera e della cultura del tonno rosso nel Mediterraneo. Da ultimo, il sindaco di Isla Cristina Jenaro Orta e la Presidente della Provincia di Huelva María Eugenia Limón, si sono complimentati con gli organizzatori del Festival, i membri dell’Associazione e i partecipanti alle giornate, per la qualità e la passione con cui tengono viva la cultura del mare e della pesca, gettando ponti tra realtà lontane ma imparentate dalle stesse antiche tradizioni.

Un momento di degustazione, con nove piatti a base di tonno rosso di tonnara, offerto presso il ristorante Casa Rufino dagli chef José Antonio e Jesús María Zaiño, ha concluso ufficialmente le giornate. A essere portati in tavola sono stati piatti noti (quali ventresca e tarantello) e altri dimenticati, tra cui la pelle di tonno in salsa di pomodoro e il saporito garum, a dimostrazione del fatto che del tonno rosso davvero nulla va sprecato.

Non sono mancate le visite guidate nel real (stabilimento) della tonnara El Rompido de Cartaya (Nueva Humbría). David Florido Del Corral, antropologo dell’Università di Siviglia ed esperto delle tonnare andaluse, e Juan Manuel Ruiz Acevedo, filologo dell’Università di Huelva e autore di alcune monografie sulle tonnare onubensi, hanno accompagnato i partecipanti alla manifesrazione. Si tratta di una delle cinque tonnare che sicalavano fino a tempi recenti (cessò la sua attività nel 1963) nella provincia di Huelva, tra Ayamonte e Torre de la Higuera. Una tonnara di andata che aveva dimensioni davvero sorprendenti: l’isola occupava una dimensione di diciassette mila metri quadri (quasi tre campi da calcio) e la coda aveva una lunghezza impressionante di diecimila e seicento metri. Sulla lingua di terra allo sbocco del fiume Piedras restano i ruderi dello stabilimento costruito ai tempi del Consorcio Nacional Almadrabero: il malfaraggio e i magazzini, la ciminiera e la scala che conduceva alle caldaie dell’alquitranadero (dove si collocava la pece naturale a sobbollire per impeciare tuttociò che si calava a mare, dai cavi alle imbarcazioni), gli alloggi dell’equipaggio, la casa del guardiano e la casa del capitán con la sua torre di avvistamento (queste in migliore stato di conservazione, giacché più grandi e piùsolide), nonché la scuola per i figli e le figlie (in classi separate) del personale di tonnara – circa centocinquantafamiglie, nella stagione di pesca. Qui, i bambini beneficiavano di possibilità (tra cui il diritto all’istruzione) che ai loro coetanei di là dal fiume erano negate, poiché i figli dei semplici pescatori conducevano una vita di stenti rispetto a chi poteva vantare un impiego in tonnara, e potevano così studiare e divertirsi, inventandofilastrocche che ancora si ricordano sulla maestra, doña Clotilde di Isla Cristina, che si innamorò nonricambiata dell’infermiere dello stabilimento.

www.amigosdelatun.com

[written by Ambra Zambernardi]