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La linea invisibile di Danilo Balducci

8 luglio/27 luglio

Un reportage sulla rotta balcanica dei migranti, da Lesbo a Calais

Il Museo della Tonnara di Stintino ospita, dall’8 al 27 luglio la mostra La linea invisibile del fotoreporter Danilo Balducci. Un reportage sulla rotta balcanica dei migranti iniziato nel 2015 e ancora in corso. Gli scatti in mostra sono stati realizzati durante un viaggio che da Lesbo, in Grecia, ha portato Balducci fino a Calais, nel nord della Francia. Spostandosi lungo i confini balcanici, il fotoreporter ha seguito da vicino i protagonisti delle migrazioni, restituendone un racconto in bianco nero, che oggi è raccolto anche in un libro. L’esposizione temporanea, che si compone di circa venticinque scatti, sarà visitabile fino al 27 luglio.

«Quello che Danilo Balducci ha posato su quelle genti è uno sguardo unico. Unico nel senso di prezioso, non isolato. E per nostra fortuna, per la fortuna di tutti, Danilo ha preso posizione. Ha deciso di far parte del mondo che ha fotografato, che, rimbalzando dalle immagini alle nostre menti, diventerà parte di noi. Sempre che le nostre menti siano aperte come un vaso che vuole ancora essere riempito di vita. Poi, noi potremo raccontare agli altri. Così la storia sarà una trascrizione continua, perenne, che si rinnoverà di volta in volta. E nessuno potrà mai dimenticare.
Nessuno dovrà mai dimenticare. Lo sguardo unico ma non isolato di Danilo Balducci è tale proprio perché si è letteralmente immerso nella storia, nel fluire della migrazione degli uomini. L’immersione di Danilo è totale, sempre in apnea fotografica, sempre al livello degli uomini ripresi.
Identità di livello significa compassione, mai pietà, che invece postula posizioni diverse: alta e bassa; chi dà e chi riceve. La compassione è soffrire insieme, legati. In questo caso, legati ulteriormente dal filo di acciaio delle fotografe di Danilo. Un filo che ci stringerà con forza, ma che non ci farà perdere mai conoscenza: la conoscenza della vicenda umana dei migranti, che non dimenticano mai la propria dignità di appartenenza, che esplode letteralmente all’interno delle nostre povere etichette, squarciandole. Queste ultime, nelle immagini potenti, reali e surreali insieme del fotografo-migrante, rappresentate da anelli, quadri e cornici strutturali; natura e intemperie; che non hanno mai il sopravvento, però.
Se così non avesse fatto, non sarebbe riuscito nell’impresa di trasmetterci non solo le immagini, ma anche gli umori, i sacrifci, il dolore, la gioia, la forza, la debolezza, l’annichilimento. E anche gli odori. Sì, anche gli odori. Le fotografe di Danilo , senza mai cadere nel pietismo di maniera, ci danno il senso del tutto.
Su una sola fotografa, su una e una soltanto intendo richiamare l’attenzione. L’immagine in cui l’uomo lancia il bambino in alto. Sono due umanità che, staccate da una distanza verticale, si sovrappongono alla linea centrale della fotografa. Ma anche il fotografo-migrante, con il suo occhio, occupa l’intera linea verticale. Sembra che lui stesso si sia sovrapposto a quella linea verticale. Verticale e alto lui stesso. Come se avesse utilizzato una macchina fotografica stretta e lunga, mai dispiegata in orizzontale. E tutto ciò nonostante il taglio piano e disteso della inquadratura.
Il risultato di questo gesto fotografico è duplice: da una parte si è portati a concentrarsi su uomo e bambino, senza mai perdere il legame emotivo e intellettuale con loro, dall’altra parte si entra letteralmente nella distribuzione spaziale operata dalla natura. Si è dentro insieme a loro».

Rinaldo Alvisi

Nato a L’Aquila nel 1971, Danilo Balducci è sempre stato affascinato dalla fotografia e dal potere comunicativo delle immagini. Reportage e fotografia sociale sono i suoi interessi principali. Diplomato presso l’Istituto Superiore di Fotografia e comunicazione integrata di Roma è professionista dal 1998. Docente di fotografia e reportage presso l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Fornisce regolarmente immagini ad agenzie fotografiche italiane ed estere. Le sue immagini e le sue storie sono state pubblicate su giornali e riviste nazionali ed internazionali: Time, Life, Denver Post, Internazionale, Der Spiegel, Daily News, L’Espresso, Repubblica, Panorama.